‘Si capisce quindi che la poesia è anarchica, nella misura in cui rimette in discussione tutti i rapporti fra oggetto e oggetto, e fra forme e loro significati. E’ anche anarchica della misura in cui la sua apparizione deriva da un disordine che ci riavvicina al caos.’
(‘Le théâtre et son double’, Antonin Artaud)
Questo brano fa parte di un ciclo di composizioni per strumento solo ed elettronica in via di realizzazione le cui parti sono tutte contraddistinte dal titolo ULTRAVOX e dal fatto di essere dedicate ognuna ad uno specifico esponente della cultura del nostro tempo con cui ho un legame particolare e per cui ho un interesse specifico. Ognuna di loro ha in comune anche il fatto di essere costruita a partire dalla voce reale del personaggio in questione: il materiale compositivo è frutto dell’analisi e della scomposizione di frammenti registrati in varie occasioni che vengono elaborati e decostruiti per poi essere ripensati e riassemblati attraverso l’elettronica e messi in comunicazione dialettica con la materia strumentale. Nel caso di ULTRAVOX I si tratta della voce di Antonin Artaud e, in maniera più specifica, della registrazione suo ultimo lavoro ‘Pour en finir avec le judgement de dieu’, testo il cui contenuto rappresenta l’estrema sintesi del suo pensiero e che fu scritto pochi giorni prima di morire per una trasmissione radiofonica che avrebbe dovuto andare in onda nel 1948, ma che fu censurata poco prima della messa in onda (la prima emissione radiofonica avvenne poi quasi cinquant’anni dopo…). Ma la mia ricerca, più che essere dedicata al livello semantico dei frammenti scelti che ‘parlano per se stessi’, è rivolta alla componente espressivo-sonora vocale e le elaborazioni sia strumentale, sia elettronica sono tese alla amplificazione dell’energia in essa contenuta che viene estesa e trasformata all’interno di un nuovo contesto in cui si sviluppa quella ‘ultra-voce’ che dà il titolo al brano. Ho utilizzato varie tecniche di elaborazione elettronica ma pressoché tutto il materiale è di provenienza dalla voce di Artaud e dal contrabbasso di Francesco Platoni con cui ho lavorato in stretto contatto per la parte riguardante le tecniche esecutive e, in generale, per l’approccio strumentale. Il testo utilizzato, come detto, deriva da ‘Pour en finir avec le jugement de dieu’ ed in particolare dall’ultima sezione ‘Conclusion’, in cui il pensiero di Artaud raggiunge una delle massime tensioni e dove l’autore propone il finale compendio della sua concezione filosofico-esistenziale.
TESTO
L’homme est malade parce qu’il est mal construit.