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VISIONS per ensemble misto

Anno di composizione : 2013

VISIONS è un altro passo nella mia ricerca sulla forma breve e sintetica: è una sequenza di ‘visioni musicali’ ognuna con una sua specifica connotazione ma con delle radici comuni e collegate in un arco formale più lungo. Il brano è stato eseguito in prima assoluta durante Son[UT]opìas CampUSculturae 2013 in Santiago de Compostela ed è stato commissionato dall’Atlas Ensemble di Amsterdam, particolarissimo gruppo strumentale che comprende nel suo organico musicisti provenienti da culture musicali di tutto il mondo. In particolare l’organico di questa composizione prevede: sho, duduk, clarinetto, sax baritono, pip’a, due percussionisti, erhu, violino, viola, violoncello e contrabbasso. Tutti gli strumenti impiegati sono considerati principalmente come sorgenti sonore e integrati ‘analogicamente’ in famiglie che ampliano la tavolozza dei colori timbrici standard e, anche se nessuno di loro è approcciato ‘etnicamente’, le diverse specificità tecnico-costruttive e funzionalità tipiche sono state tenute sempre in considerazione. ll pezzo ha il suo fulcro nelle percussioni e nel pip’a (liuto cinese) che sono la spina dorsale attorno alla quale l’ensemble ruota, in un rapporto quasi concertante e di reciproca influenza.Il materiale musicale impiegato è costituito di elementi semplici e ‘primitivi’ (ad es. la scala cromatica, l’intervallo di quinta ecc…), osservati come oggetti da trasformare e sviluppare lungo l’arco formale; il livello ritmico è quasi totalmente ridotto alla sua essenza paradigmatica, il battito, e collegato alla sua forma iperbolica, l’accento.Fa eccezione il quinto frammento che è basato sulla ripetizione di un pattern e su strutture derivate e sovrapposte poliritmicamente. Generalmente parlando questa composizione è un tentativo di creare coerenza e unità attraverso la frammentazione e l’analogia.

 

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