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FOUR MELODIES FROM STOCKHAUSEN’S TIERKREIS per ensemble misto

Anno di composizione : 2010

 

‘Il tratto più importante della storia dell’Astrologia’ è rappresentato dal fatto di svelare le connessioni tra le culture in un modo lampante e che ciò non ha un simile riscontro in altre discipline. Anche se l’uomo moderno percepisce le sue manifestazioni come ‘incredibili’, è vero che, per diversi millenni, ha rappresentato parte dell’eredità spirituale condivisa e la sua letteratura può essere definita ‘universale’ nel senso più completo. Forse solo in essa Est e Ovest, cristiani, musulmani, buddisti non ebbero difficoltà a comprendersi.’

      (da Storia dell’Astrologia di Bell, Bezold e Gundel)

 

La prima domanda che mi è venuta in mente durante il concepimento di questo progetto per l’Atlas Ensemble, un particolarissimo gruppo di musicisti formati da interpreti provenienti da tutte le tradizioni e parti del mondo, è stata come mettere in relazione questi strumenti così differenti, ognuno dei quali con le sue peculiarità tecniche e la propria eredità culturale, e come creare una connessione tra i musicisti coinvolti nel processo. Ho pensato che la dimensione melodica potesse essere una risposta alla domanda in quanto è l’evidente elemento condiviso e ciò è confermato dal fatto che molte delle tradizioni musicali di origine hanno una forte connotazione lineare. La scelta di Tierkreis di Karl Heinz Stockhausen è la conseguenza di un insieme di considerazioni sia estetiche che tecniche: sul piano estetico, queste melodie incarnano il modello di ciò che chiamo ‘melodia interculturale’ per il fatto che in esse alcuni pattern melodici possono essere accostati a differenti tradizioni musicali  anche se in maniera estremamente trasfigurata (durante quegli anni lo studio della musica di altre tradizioni musicali era un argomento di primo piano per molti compositori); mentre sull’altro versante mi hanno fornito una solida base su cui lavorare oltre al fatto che queste melodie sono facilmente assimilabili anche ‘a orecchio’, specialmente da musicisti che si sono formati attraverso tradizioni orali. Il progetto consiste di una versione originale di quattro melodie dal ciclo: Pesci, Gemelli, Bilancia e Capricorno. Queste particolari melodie sono state scelte per tre ragioni: la prima è relativa alle loro altezze di riferimento (Pesci – Mi, Gemelli – Sol, Bilancia – Si, Capricorno – Re) che formano un accordo simmetrico (Mi-Sol-Si-Re) che è contenuto nell’accordo finale del Capricorno (quasi un ‘Mutter-Akkord’) e creando così un mini ciclo interno; la seconda riguarda l’appartenenza dei segni ai diversi elementi naturali (Acqua – Aria – Aria – Terra), un’altra struttura simmetrica che ha influenzato le scelte timbriche dell’orchestrazione e la scelta degli strumenti da utilizzare, mentre la terza è di natura personale in quanto i segni sono riferiti ad alcune delle persone per me più importanti in quel periodo. La strumentazione del brano è estremamente peculiare, si tratta di un ensemble di 15 strumenti scelti in modo da avere un equilibrio perfetto tra tipi occidentali e non-occidentali:

 

GRUPPO CORDE PIZZICATE (4 non western + 1 western):

Santur – Qanun – Zheng – Koto

Arpa

ARCHI (1 nw – 4 w):

Erhu

Violino – Viola – Violoncello – Contrabbasso

FIATI (2 nw + 2 w):

Shakuhachi – Sho

Oboe – Clarinetto (+ Clarinetto basso)

PERCUSSIONI

Vibrafono- Crotali – Dobachi – Java Gongs

 

Le percussioni occupano una posizione ‘ibrida’ in quanto la maggior parte degli strumenti sono di origine extraeuropea anche se ormai sono totalmente integrati nella tradizione occidentale. Ogni melodia è ripetuta tre volte eccetto Bilancia che è ripetuta quattro, ogni esposizione presenta variazioni del carattere e della strumentazione. L’accordatura generale è stata una ulteriore questione da affrontare in quanto molti strumenti si riferiscono a sistemi diversi: ho cercato di risolvere il problema utilizzando le accordature tradizionali dei vari strumenti sia per assecondare le caratteristiche costruttive degli strumenti che per venire in contro alle esigenze degli interpreti (che in molti casi erano alla prima esperienza del genere) scegliendole tra quelle attraverso un criterio di complementarietà con le altre.

 

http://www.muziekgebouw.nl/agenda/Concerten/1358/Atlas_Ensemble/Imagine_Utopia/

http://www.atlasensemble.nl/programmes.html

Volkskrant 2011

 

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