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RIZOMA I per soprano, ensemble ed elettronica

Anno di composizione : 2016

 

 

RIZOMA I fa parte di un ciclo di quattro composizioni dal titolo RIZOMATA (‘radici’) ciascuno dei quali è dedicato ad uno degli elementi naturali: fuoco, aria, acqua e terra.
L’idea generale trae spunto dai quattro principi costituenti dell’antica filosofia greca (da qui il titolo) ai quali è assegnato un testo di un autore diverso che tratta l’argomento da una differente prospettiva. La caratteristica in comune di tutti i testi è comunque data dal fatto che l’elemento in questione appare essere assente o irraggiungibile e acquista significato attraverso la sua mancanza, restituendo una distanza che diventa essa stessa presenza e ‘identità’. Si tratta di una ‘cosmogonia’ al negativo di fatto.

Il testo su cui è costruito RIZOMA I è ‘Le point noir’ di Gérard de Nerval in cui l’autore descrive un semplice fenomeno fisico di cui siamo stati tutti probabilmente testimoni: dopo aver fissato brevemente il sole davanti alla retina rimane impresso un punto nero che per un certo periodo si sovrappone a tutto ciò che guardiamo; ci è impossibile fissare l’astro direttamente, è doloroso e troppo potente per le nostre capacità, solo l’aquila ha questo potere dice il poeta.

In questa metafora di un rapporto insostenibile è possibile identificare quella presenza e quella distanza che si costituisce a dimensione esistenziale.

 

LE POINT NOIR

 

Quiconque a regardé le soleil fixement
Croit voir devant ses yeux voler obstinément Autour de lui, dans l’air, une tache livide.

 

Ainsi, tout jeune encore et plus audacieux,
Sur la gloire un instant j’osai fixer les yeux:
Un point noir est resté dans mon regard avide.

Depuis, mêlée à tout comme un signe de deuil, Partout, sur quelque endroit que s’arrête mon œil, Je la vois se poser aussi, la tache noire! -Quoi, toujours? Entre moi sans cesse et le bonheur! Oh! c’est que l’aigle seul – malheur à nous, malheur! – Contemple impunément le Soleil et la Gloire.

(Gérard de Nerval)

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IL PUNTO NERO

Chi ha guardato il sole fissamente
Crede di veder volare ostinatamente davanti ai propri occhi Attorno a sé, nell’aria, una macchia livida.

Così, ancora giovane e audace,
Sulla gloria osai posare gli occhi un istante:
Un punto nero è rimasto sul mio sguardo avido.

Dopo, mista a tutto come un segno di lutto, Dovunque, su qualunque luogo s’arresti il mio occhio, Io altrettanto la vedo posarsi, la macchia nera! –

Così, sempre? Incessantemente tra me e la felicità! Oh! solo l’aquila – disgrazia a noi, disgrazia! – Contempla impunemente il Sole e la Gloria.

 

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