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QUADERNO KOSOVEL per pianoforte, violino e violoncello

Anno di composizione : 2017

 

 

QUADERNO KOSOVEL è ispirato alla figura di Srečko Kosovel, poeta sloveno dell’inizio del secolo scorso, che nella sua breve esistenza (22 anni) ha realizzato un’impressionante quantità di lavori il cui grande valore non è ancora pienamente conosciuto ed apprezzato.
Vissuto a cavallo della Grande Guerra, la sua opera sperimenta il ‘senso estremo della vita’ e ne porta tutte le ferite mortali: come uno di quei pini del Carso da lui spesso descritti le cui radici sono piantate nella terra dura mentre la chioma è scossa dal vento, Kosovel rimane legato alle sue radici ma è agitato dai cambiamenti esplosivi che sente arrivare da oltre la frontiera e, come un catalizzatore, li assorbe e li trasfigura attraverso il suo essere poeta.

La composizione si articola in quattro momenti ognuno dei quali in relazione ad un testo, quattro ‘madrigali senza voce’ in cui la parola è sottintesa ed implicita, quattro ‘paesaggi dell’anima’ in cui si indaga il rapporto tra il segno scritto e quello sentito all’interno di un luogo di Ascolto tra due polarità (Musica/Parola) in cui il senso può e deve essere costruito attraverso un’oscillazione continua dall’uno all’altro. La relazione tra musica e parola, qui nella sua astrazione estrema, è ciò da cui scaturisce il processo compositivo ed è il tentativo di mettere in musica non la parola nella sua integrità ma solo il suo riflesso, come in una lettura interiore, senza la sua manifestazione vocale.

E sarà quindi l’ascoltatore che, libero di muoversi in questo spazio scegliendo il proprio percorso interpretativo, può sovrapporre i due poli che per loro natura viaggiano su binari paralleli e giungere ad una Lettura del ‘testo’ poetico in cui la musica e la parola siano fusi e trasfigurati ad un ulteriore livello.

 

 

TESTI

I. MOJA PESEM

Moja pesem je eksplozija,
divja raztrganost. Disharmonija. Moja pesem noče do vas,
ki ste po božji previdnosti, volji mrtvi esteti, muzejski molji, moja pesem je moj obraz.

I. IL MIO CANTO

Il mio canto è esplosione,
lacerazione selvaggia. Disarmonia.
La mia poesia vi rifiuta,
voi che per divina provvidenza, per volontà siete morti esteti, tarme da museo,
il mio canto è il mio volto.

 

II. SKICA NA CONCERTU

Ves poln sanj je črni klavir, ko da globina mrakov
v njem se zrcali.
Za njo je sprostrl

bele roke pianist.

Tiho,
ko da na črnem mramornem jezeru odplavala laboda bela sta neskončnosti iskat …

II. SCHIZZO AL CONCERTO

Tutto pieno di sogni è il nero pianoforte, come se un abisso di tenebra
vi si riflettesse.
Oltre ad esso ha sporto

le bianche mani il pianista.

Quietamente,
come su un lago
di nero marmo
si allontanassero nuotando bianchi cigni in cerca dell’infinito…

 

III. USPAVALNA PESEM

Moja pesem je bela, bela kakor mrliška mesečina, kadar vztrepeče na oceanu. V mojem srcu tišina, tišina.

O in žene ni in ni,
ni je žene, ki bi me ljubila,
in vsa kozmična noč stoji
in jaz stojim sredi nje brez cilja.

Sredi ceste sem se ustavil: kam bi tako sam in kako? – Med kostanji mesečina, okoli mene vse svetlo.

III. NINNA NANNA

La mia canzone è bianca, bianca come cadaverico chiaro di luna, che tremola sull’oceano.
Nel mio cuore silenzio, silenzio.

Oh, non vi è donna, non v’è
non vi è donna che m’ami
e nel mezzo dell’immobilità della notte cosmica
io sto senza meta.

Mi sono fermato in mezzo alla via: dove posso andare così solo, e come? Tra i castagni il chiaro di luna,
attorno a me tutto risplende.

 

IV. V SOMRAK ZVONI

V somrak zvoni, na gozdove pala je tema;
tiha pesem, ko da hoče
od sveta.

Proč… in tam bi onemela, tam bi ugasnila
in to sivo, težko žalost
v večnost potopila…

RINTOCCHI NEL CREPUSCOLO

Rintocchi nel crepuscolo, sul bosco
è calata l’oscurità;
un silenzioso canto, che si vuole staccare dal mondo.

Lontano… e laggiù diventare muto, laggiù estinguersi
e questa grigia, incomprensibile desolazione

nell’eternità affondare…

  

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