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PRELUDI per corno di bassetto e orchestra d’archi

Anno di composizione : 2010

 

‘[…] i pezzi sono spesso brevi, quasi miniature, ma è come se quella riduzione di scala ci facesse percepire il gigantesco vuoto che le circonda.’

(Tom Service, A guide to György Ligeti’s music)

 

Il brano è composto di 8 parti che sono lo sviluppo e l’ampliamento di SOLO I per corno di bassetto  (attraverso la prima elaborazione del materiale realizzata in DUO I per corno di bassetto e percussioni); l’insieme composito risultante costituisce una costellazione ‘ad arcipelago’, una sorta di ‘microcosmo’ di eventi musicali tra loro strettamente connessi ed in relazione attraverso procedimenti di analogia e condivisione del materiale musicale impiegato. Ogni sezione condivide con gli altri elementi di varia natura (la figura ‘accento’, la figura ‘tremolo/trillo’, il profilo intervallare di alcune sezioni, ecc.): essi sono sviluppati e inseriti in contesti diversi e, attraverso la loro non immediatamente percepibile relazione a distanza, forniscono coerenza alla composizione. I frammenti sono appoggiati su alcuni ‘suoni di attrazione’ che ne reggono il piano armonico: sono 12 (il totale cromatico) e sono distribuiti attraverso l’arco della composizione. Lo schema generale della successione dei frammenti di cui sono indicati carattere generale e altezze di riferimento è il seguente:

 

                    I.    Gesto (da Solo I) – Sol#, Do, Fa

                   II.   Studio melodico (da Solo I) – (Sol#), Si, Sol

                   III.  Imitazione ‘a canone’ – Fa#

                   IV.  Studio melodico (da Solo I) – Mi, Re


                  V.    ‘Object sonore’ (Intermezzo) – cromatico

                  VI.   Cadenza del corno di bassetto – cromatico


                  VII.  ‘Loop object’ – Mib, La, Sib, (Do#)

                  VIII. Studio melodico – Do#

 

Il ruolo degli archi è principalmente quello di ‘amplificazione’ e risonanza del corno di bassetto: con l’uso di armonici artificiali, di vari tipi di arco al ponticello e della sordina ho cercato un colore metallico che rendesse queste risonanze misteriose e surreali; in generale ho cercato di ottenere un effetto come di ‘retroilluminazione’ anche se in alcuni punti il timbro è secco e c’è una maggiore integrazione nella struttura polifonica. PRELUDI è stato scritto su commissione della De Sono Tag’ class=’associazione-per-la-musica-de-sono’>Associazione per la Musica De Sono di Torino ed eseguito dall’Orchestra ‘Archi’; è dedicato a Michele Marelli.

 


 

Dal programma di sala della De Sono Tag’ class=’associazione-per-la-musica-de-sono’>Associazione per la Musica De Sono:

 

‘Stefano Pierini è nato a Torino nel 1971. Ha studiato nel Conservatorio della sua città con Gilberto Bosco e si è perfezionato con Luca Francesconi, voce autorevole della contemporaneità musicale. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in competizioni internazionali, la sua musica è stata eseguita da prestigiosi festival europei e americani; dal 2005, grazie al sostegno della De Sono Tag’ class=’associazione-per-la-musica-de-sono’>Associazione per la Musica De Sono, si è perfezionato ad Amsterdam sotto la guida di Fabio Nieder, compositore di cui è stato anche assistente.  I suoi PRELUDI per corno di bassetto e orchestra d’archi nascono dalla stretta cooperazione con Michele Marelli. La scintilla è scattata qualche anno fa all’International Basset horn Festival di Kandern; il suono del corno di bassetto – strumento di cui Marelli attualmente è uno dei massimi virtuosi – in quell’occasione lasciò un segno nell’immaginazione di Pierini, e oggi quella suggestione ha preso la forma dei PRELUDI.  Il corno di bassetto appartiene alla famiglia dei clarinetti; il suo timbro scuro e la sua dinamica piuttosto spinta lo rendono uno strumento perfetto per dialogare con una massa orchestrale; non a caso Wolfgang Amadeus Mozart scelse di utilizzarlo nel Requiem e Mendelssohn lo sfruttò nei suoi due Konzertstücke per clarinetto, corno di bassetto e orchestra. Poi la fortuna dello strumento si è spenta, e solo recentemente ha cominciato a riaccendersi grazie all’interessamento di Karl Heinz Stockhausen e di altri compositori.  I nove frammenti che compongono i Preludi di Pierini fanno parte di un tutto organico, un unico ‘microcosmo musicale’. Ma, nonostante ciò, colpiscono per la loro dimensione frammentaria: piccole suggestioni che si estinguono non appena prendono forma; un modo di scrivere che fa pensare alla produzione cameristica di Anton Webern o György Kurtág. La sintassi procede per illuminazioni improvvise, inanellando episodi dal sapore violento, cupo, rabbioso, nervoso o feroce; basta voltare pagina per immergersi in uno scenario espressivo completamente nuovo; un po’ come se ogni frammento non fosse che il breve scorcio di un panorama molto più vasto. Anche la dinamica spesso avanza a strattoni, mettendo in risalto la straordinaria versatilità del corno di bassetto, strumento capace di cambiare volto sonoro nel giro di pochi istanti. Solo l’ultima pagina rinuncia alle parole sfuggenti, per immobilizzarsi su un ostinato melodico che gira su se stesso, ipnotico come il movimento di un pendolo; la sua suggestiva chiusura svapora nel nulla spegnendo una parte per volta, proprio come se gli strumenti fossero le luci di un mondo magico che si prepara a scivolare nell’oscurità della notte.’

(Andrea Malvano)

programma di sala De Sono

 

 

 

 

  • Corno di bassetto
  • Orchestra archi